Per una rinnovata politica pubblica dell’abitare

In Italia il 41% delle famiglie in povertà abita in affitto contro la media nazionale del 18%, mentre sono circa 700.000 le domande inevase di casa popolare.

Il 28 e il 29 settembre DAR ha partecipato al modulo formativo “Abitare l’italia: diritti e politiche abitative”, parte dell’offerta della Scuola per la giustizia sociale e ambientale organizzata dal Forum Disuguaglianze e Diversità. Ci siamo ritrovatə con espertə, operatorə e attivistə sul tema della casa per scambiare esperienze e fare emergere punti di forza e di debolezza di possibili linee di azione e strategie per politiche abitative multidimensionali e inclusive, in grado di contrastare efficacemente le disuguaglianze. La povertà/fragilità abitativa, infatti, non viaggia mai da sola: è influenzata e a sua volta produce altre disuguaglianze (economiche, di salute, di istruzione, di opportunità ecc.). Per questo abbiamo parlato di politiche abitative che promuovano il “diritto all’abitare di qualità, un abitare sostenibile e anche un abitare pubblico, che non significa soltanto efficientamento energetico (pure importante), ma anche servizi e attrezzature, qualità dell’ambiente urbano, accessibilità, attenzione alla dimensione dell’urbanità, ecc.” (Rilanciare le politiche pubbliche per l’abitare. Osservatorio nazionale sulle politiche abitative e di rigenerazione urbana, 2022). Il punto di partenza dei discorsi e dei confronti è stata la convinzione che sia necessario, e urgente, “un rinnovato ruolo del pubblico nel governo delle politiche abitative” (Verso un Social Forum dell’Abitare. Proposta documento per il Forum, 18 gennaio 2024). I componenti della comunità di pratiche che ne è emersa, oltre a condividere linguaggi, strumenti di analisi, modalità di re-azione e risposta, istituzionale e civica, alle disuguaglianze, intendono supportare nei propri territori il lavoro di advocacy che sia il Forum Disuguaglianze e Diversità che il Social Forum dell’Abitare si propongono di intensificare a livello nazionale. 

Gli incontri si sono svolti nei suggestivi spazi dell’ex OPG – Je so’ pazzo nel quartiere di Materdei, l’ex ospedale psichiatrico giudiziario “S. Eframo”, chiuso nel 2008. Un luogo di grande sofferenza e diritti negati che nel 2015 gruppo di studentə , di lavoratorə, di abitantə del quartiere e di attivisti occupò e sottrasse all’abbandono, restituendolo alla città e al quartiere. Oggi nell’ex OPG trovano spazio varie attività di interesse pubblico e sociale: dall’ambulatorio popolare allo sportello legale, dallo sportello dedicati ai migranti alla palestra popolare. L’ex OPG – Je so’ pazzo fa parte della “rete cittadina dei beni comuni napoletani, composta dagli spazi urbani che erano caduti in disuso e che libere cittadinə hanno restituito all’uso collettivo, valorizzandoli e restituendoli al libero attraversamento di tutta la comunità” (https://commonsnapoli.org).

www.forumdisuguaglianzediversita.org

Social Forum dell’Abitare

ex OPG – Je so’ pazzo


Tag: