Erasmus+

Il percorso di scambio e ricerca che abbiamo condotto con il nostro partner francese è confluito in una pubblicazione che raccoglie i dati, le riflessioni e i progetti di abitare giovanile collaborativo che DAR e Afev hanno sviluppato in Italia e in Francia.

La presentazione di questa pubblicazione è stata l’occasione per invitare alla riflessione le organizzazioni con cui collaboriamo. Erano presenti all’incontro partner della cooperazione sociale, della ricerca e soggetti istituzionali con cui negli anni abbiamo collaborato sia nella cornice di Milano 2035 che con progettualità specifiche.

Dal percorso con Afev sono emersi tanti punti di attenzione rispetto al tema dell’abitare collaborativo giovanile: primo fra tutte la grandissima differenza di politiche e strumenti a sostegno di questi percorsi che nel caso francese sono strumenti ordinari di programmazione e sostegno sia pubblico che del sistema filantropico, sia per quanto riguarda l’aspetto abitativo dei giovani che per la parte di accompagnamento e animazione sociale.

In Italia, e in particolare a Milano, i soggetti in campo rispondono a diverse progettualità e bandi specifici che consentono di realizzare offerta abitativa collaborativa ma, a parte l’esperienza di Milano 2035, non ci sono stati progetti di sistema capaci di aggregare e rendere più stabile e coordinata la rete delle diverse organizzazioni che se ne occupano.

Le riflessioni e le piste di lavoro emerse sono state numerose: in primo luogo si è ribadita la necessità di guardare alla domanda di abitare giovanile, soprattutto per i giovani lavoratori e lavoratrici, ponendo sempre al centro il tema dell’accessibilità economica, che oggi è ancora più necessaria dato il contesto di grande crescita dei prezzi del mercato dell’affitto.

Un secondo desiderio emerso è quello di dotarsi di strumenti di ricerca e valutazione dell’efficacia dei progetti in relazione sia ai percorsi abitativi dei giovani, compreso l’aspetto formativo ed esperienziale, che agli esiti sui quartieri in cui i progetti si collocano. Su questo fronte la disponibilità e l’interesse delle Università può rappresentare un fattore di alleanza molto importante.

Non sono state poche le sollecitazioni sulla necessità di coinvolgere i proprietari immobiliari privati nella sfida, nonostante le grandi difficoltà che questo comporta: gli esiti degli strumenti di emersione dell’offerta privata hanno finora dimostrato significativi limiti. 

Guardare al livello europeo può aiutarci a sviluppare nuove collaborazioni e mobilitare nuove risorse: anche su questo fronte l’interesse e la disponibilità del mondo della ricerca sono fattori di grande rilevanza.

Crediamo che questa occasione ci abbia dimostrato ancora una volta come il campo dell’abitare giovanile collaborativo necessiti di maggiore attenzione e investimento, anche per definire quali sono le priorità e i soggetti e progetti da sostenere, per definire un campo di azione che risponde alle reali esigenze di una domanda di casa che fatica a trovare risposte.

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